Altre Patologie
Occhio secco
Si tratta di una malattia oculare frequente, alla base della quale è presente un deficit quantitativo e/o qualitativo delle lacrime.Quali sono le principali cause? Possiamo distinguere in:
– forme primarie: sono manifestazioni oculari di una malattia autoimmune (es. lupus eritematoso sistemico, artrite reumatoide e sclerodermia)
– forme secondarie: dovuta ad una eccessiva evaporazione della pellicola lacrimale (es. blefariti, congiuntiviti, uso prolungato di lenti a contatto, ridotta secrezione senile, secchezza da uso di farmaci, insufficiente apporto di vitamina A, uso protratto di colliri)
La funzione delle lacrime è quella di formare una pellicola che ricopre l’occhio e servono a:
- lubrificare l’occhio: il bulbo oculare è protetto dall’ambiente esterno dalle palpebre che si aprono e chiudono. Le lacrime sono come l’olio lubrificante di un motore.
- nutrire la cornea: la superficie oculare trasparente ha vasi sanguigni, le lacrime apportano sostanze nutritive ed ossigeno alla cornea
- difendere l’occhio: le lacrime lavorano la superficie oculare asportando tutte le sostanze di rifiuto e non permettendo l’attecchimento di germi.
Esistono due tipo di produzione delle lacrime:
- basale: continua e costante
- riflessa: causata da stimoli interni ed ambientali diversi.
- Lipidico: è lo strato esterno. Ha uno spessore sottilissimo e risulta composto da sostanze grasse;
- Acquoso: è lo strato intermedio ed è il più spesso. E’ composto da acqua in cui sono presenti sostanze nutritive e di protezione;
- Mucoso: ha una funzione prevalentemente di lubrificazione
I principali sintomi sono:
- bruciore
- senso di corpo estraneo
- difficoltà di apertura delle palpebre
- fotofobia
- secrezione mucosa dell’angolo interno
- dolore
- annebbiamento visivo
Lo strabismo
Lo strabismo è la condizione in cui gli assi visivi dei due occhi non sono allineati. Questo, può portare alla visione doppia se insorge in età adulta. Quando, invece, è presente dalla nascita il cervello del bambino esclude spontaneamente l’occhio deviato proprio per evitare la visione doppia.Sintomi e cause dello strabismo: Tra i sintomi soggettivi dello strabismo ci possono essere:
- mal di testa
- stanchezza visiva
- bruciore
- fotofobia
- talvolta inclinazione del capo
- aggrottamento delle sopracciglia
Classificazione:
STRABISMO CONCOMITANTE: E’ quello più frequente nell’età infantile e prevale lo strabismo convergente o esotropia (occhio deviato verso l’interno) su quello divergente o exotropia (occhio deviato verso l’esterno). L’exotropia si manifesta di solito verso i 10 anni, mentre l’esotropia molto prima. Lo strabismo può essere verticale: l’occhio può essere deviato verso l’alto (ipertropia) o verso il basso (ipotropia).
Questi strabismi dipendono da anomalie dei fattori nervosi che regolano la posizione degli occhi.
STRABISMO INCONCOMITANTE (PARALITICO): E’ quello più frequente nell’anziano. In presenza di una paralisi dei muscoli dell’occhio, viene persa la capacità di muovere i due occhi contemporaneamente provocando una diplopia (visione doppi). La diplopia aumenta quando si guarda dalla parte del muscolo paralizzato.
NEONATI: Nei neonati è spesso difficile determinare la differenza tra occhi che sembrano essere deviati e il vero strabismo. I bambini hanno spesso il naso largo e una piega di pelle tra quest’ultimo e le palpebre che dà la sensazione di occhi storti verso l’interno, che scompare con la crescita del bambino. L’oculista, in ogni caso, è in grado di distinguere il vero strabismo.
Come si tratta? Quando lo strabismo si instaura a causa dell’ambliopia, l’occhio che vede bene deve essere bendato al fine di incoraggiare quello pigro a lavorare di più, migliorando la capacità visiva.
Se lo strabismo si manifesta per un problema della vista, bisognerebbe prescrivere le lenti.
Si può anche intervenire chirurgicamente, ma non prima dei 2-3 anni di vita. In caso di strabismo che insorge nell’età adulta, l’unica terapia è la cura delle patologie sistematiche che lo hanno provocato.
Quando abbiamo uno strabismo paralitico, la terapia possibile è l’uso di prismi, ossia lenti che deviano l’immagine.
Retinite pigmentosa
Che cosa è? Include un gruppo di malattie della retina di tipo degenerativo e progressivo, a trasmissione ereditaria. Colpisce entrambi gli occhi.Come si manifesta? Nella maggior parte dei casi, all’inizio viene danneggiata la visione periferica, in seguito si può associare un danno alla visione centrale più o meno importante.
Quali parti degli occhi colpisce? Colpisce i fotorecettori, ovvero le cellule della retina che hanno il compito di catturare la luce e trasformarla in segnale elettrico che raggiunge il cervello, dove il segnale rielaborato genera la percezione visiva.
Nella retina esistono due tipi di fotorecettori:
- i coni: localizzati soprattutto nella parte centrale della retina e lavorano in condizioni di luminosità Grazie a loro noi possiamo distinguere i colori, riconoscere i volti, leggere, scrivere.
- i bastoncelli: si trovano più in periferia. Ci permettono di controllare lo spazio circostante e si attivano quando la luminosità è più bassa. Ci garantiscono il movimento e l’autonomia.
Come vede un malato di retinite pigmentosa? Man mano che la malattia progredisce, si avrà un restringimento progressivo del campo visivo fino a raggiungere una visione tubolare (come se si guardasse attraverso il buco di una serratura). Questo comporta, ad esempio, che non si percepiscano gli oggetti lateralmente, si inciampi nei gradini o negli ostacoli bassi. Si accentuano, invece, i fenomeni di abbagliamento e si riducono il contrasto e l’acuità visiva.
Come si fa la diagnosi? La diagnosi viene fatta dall’oculista dopo aver fatto l’esame del fondo e il campo visivo
Esiste una cura? Al momento non esiste una cura.
Retinopatia diabetica
Che cosa è il diabete? E’ una malattia cronica in cui il valore della glicemia è superiore alla norma. Esistono due tipi di diabete:Tipo I: diabete insulino-dipendente, si ha quando è necessario somministrate insulina.
Tipo II: diabete non insulino-dipendente, Si ha quando vengono somministrati ipoglicemizzanti e/o bisogna eseguire una dieta a basso contenuto di zuccheri
Che cosa è la retinopatia diabetica? L’occhio è l’organo più a rischio, soprattutto la retina che è costituita da cellule nervose che captano il segnale luminoso e lo inviano al cervello. Il principale danno che causa questa malattia è un’alterazione del circolo sanguigno a livello dei vasi sanguigni più piccoli dove il sangue cede ai vari tessuti ossigeno e sostanze nutritive. Nel corso degli anni il diabete determina un indebolimento delle pareti dei capillari fino a creare dei veri sfiancamenti poi la trasudazione della parte liquida del sangue, microinfarti con ischemia.
A questo punto intervengono i processi di cicatrizzazione che crescono in modo caotico distruggendo il tessuto nervoso nobile, determinando emorragie sempre più gravi e favorendo il distacco di retina.
Perché la retina risulta maggiormente colpita? La retina è ricca di vasi, avendo bisogno di sostanze nutritive e ossigeno per funzionare, e scorrono isolati.
Quali son i fattori di rischio? Uno dei fattori principali è la durata della malattia: da quanto più tempo si soffre di diabete tanto più alto è il rischio di avere anche una retinopatia.
Un altro importante fattore di rischio è il controllo del metabolico del diabete che vuol dire impostare e prescrivere una terapia giusta, seguire indicazioni del medico, adeguarsi a un corretto stile di vita. Altri fattori di rischio possono essere: alcool, fumo, alcuni farmaci, ipertensione arteriosa, malattie ai reni ecc..
Quali disturbi vengono avvertiti dal paziente quando inizia la retinopatia? I sintomi oculari si hanno solo quando la retinopatia diabetica ha raggiunto uno stato molto avanzato. In questi casi si hanno:
- abbassamento lento e graduale della vista con associata distorsione delle immagini.
- improvvisa perdita della visione a un occhio per un’estesa emorragia o per l’occlusione di un grosso vaso sanguigno della retina.
Come si cura la retinopatia? Oggi il mezzo più efficace è il trattamento con il laser: fotocoagulazione Argon laser. Il raggio laser determina una bruciatura del tessuto con sua distruzione e cicatrizzazione. La retina malata quindi, non si rigenera né si guarisce, semplicemente viene ustionata. In questo modo viene bloccata la progressione della malattia.